L’insuccesso e il fallimento, tutta colpa del sabotatore interno
Non dire non ce la faccio nemmeno per scherzo,
perché l'inconscio non ha senso dell'umorismo,
lo prenderà sul serio e te lo ricorderà ogni volta che ci proverai.
Facundo Cabral.
In questi giorni ho riflettuto molto sul ruolo che ha il nostro incoscio sulla nostra realizzazione personale. Ho pensato che il nostro inconscio non ha il senso dell'umorismo anzi si prende molto sul serio, in particolar modo quando c'è da far emergere, nei momenti di maggior tensione o difficoltà, quella parte del nostro io che più ci danneggia e ostacola; stiamo parlando del Sabotatore Interno.
Il
sabotatore interno, secondo la teoria di Fairbairn, è il risultato di un
processo di identificazione con una figura parentale che viene introiettata
nelle sue parti negative. Anche quando i genitori amano i loro figli e si prendono cura di loro al meglio
delle loro capacità, il bambino piccolo può percepire che gli stanno
trasmettendo dei messaggi distruttivi del tipo: "Tu non devi pensare", "Tu
non devi esprimerti".
Il bambino, però, è
incapace di assimilare le esperienze relazionali troppo dolorose e
frustranti che sperimenta all'interno della relazione con i genitori, ecco perchè cerca di preservare il legame con l'immagine idealizzata dei
genitori, trovando delle strategie compensatorie che gli possano garantire la
possibilità di conservare una rappresentazione positiva delle figure di
accudimento. Gli elementi cattivi e non gratificanti sperimentati nel rapporto
con l'oggetto esterno vengono attribuiti a sé stesso, non è più il genitore ad
essere cattivo ma è il bambino stesso che si vive come cattivo o non capace, è lui che non
va bene. La relazione frustrante viene dunque internalizzata.
L'Analisi Transazionale spiega in modo approfondito questo procedimento, paragona il sabotatore interno all'introiezione nello Stato dell'Io Genitore di una figura genitoriale
svalutante. Qesta figuara genitotiale svalutante potrebbe essere sia una figura che svalutò fortemente il bambino,
criticandolo per i risultati conseguiti e mostrando frequentemente sfiducia
verso di lui rispetto alla possibilità di conseguire successi, sia una figura
affettiva negativa, cioè che si è relazionata con il bambino in maniera
iperprotettiva sostituendosi al bambino nella realizzazione dei propri desideri.
Il sabotatore interno rappresenta quindi quella parte dell'Io contaminata, che riesce a boicottare qualsiasi tentativo di miglioramento della personalità e di ostacolare qualsiasi tipo di progresso. Perché la persona possa realizzarsi occorre necessariamente liberarsi del proprio sabotatore interno.